perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


mercoledì 19 novembre 2008

Sporco negro

Pestaggi e umiliazioni. Vittime: rumeni, marocchini, ma soprattutto neri. Mentre c’è chi minimizza («solo episodi»), in un paese armato di rabbia e di paura si moltiplicano le aggressioni agli immigrati

Non crederai mica di poter entrare dappertutto solo perché adesso ha vinto Obama». Comincia così, davanti a una discoteca padovana, il viaggio al termine dell’intolleranza italiana, in questa notte della convivenza che si lascia dietro insulti, rabbia, botte e sprangate come non se n’erano mai viste: il catalogo è deprimente, ma è questo. Si chiama Pietro, ha 24 anni, studia Economia a Ca’ Foscari, l’università di Venezia, e ha deciso di passare la serata al Victory di Vicenza, una discoteca. Gli amici entrano, lui si attarda a parlare con uno di loro, poi, alla porta d’ingresso, quelle parole: «Non crederai mica di poter entrare dappertutto solo perché adesso ha vinto Obama». Pietro è un cittadino italiano di colore: aveva 4 anni quando i suoi genitori lo hanno adottato, strappandolo al mattatoio del Burundi. Lui e altri due piccoli ai quali avevano sterminato la famiglia, tutti e tre figli della coppia: operatori penitenziari ai quali non resta che presentare un esposto in Procura perché a Pietro è stato impedito di entrare in un pubblico locale per motivi razziali, per il colore della sua pelle. Alla faccia dell’articolo 3 della costituzione, che troppi sembrano aver dimenticato, mentre un ripasso farebbe proprio bene: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

Quelli della discoteca si sono difesi dicendo che il ragazzo non è stato fatto entrare perché ubriaco, anche se l’uscita su Obama dimostra tutt’altro, ma Pietro li smentisce. E suo padre aggiunge: «Non vogliamo avere ragione a tutti i costi, ma vogliamo la verità». La stessa frase pronunciata, un mese fa, dal padre di Emmanuel Bonsu, il 22enne ghanese che dichiarò di essere stato pestato, a Parma, dai vigili urbani. Pestato, ingiuriato, obbligato a spogliarsi e a fare piegamenti con una bottiglia di acqua in testa. Quindi rispedito a casa con una busta, con sopra vergate le sue generalità: «Emanuel Negro». Anche quelli si difesero, accusando il ragazzo di essere il palo degli spacciatori e di aver fatto resistenza a pubblico ufficiale, ma la scorsa settimana il pm che segue il caso ha squarciato il velo su quelle false accuse e sui reati di cui dovranno rispondere gli agenti, dieci in tutto: percosse aggravate, calunnia, ingiuria, falso ideologico e materiale, violazione dei doveri d’ufficio, con l’aggravante dell’abuso di potere. Emmanuel è stato operato all’occhio tumefatto ma ha ancora paura di uscire da casa, perché ha ricevuto cinque lettere di minaccia, come non fosse bastato sentirsi dire, dentro il comando: «Confessa, scimmia. Sei solo un negro». Chi siano quei dieci, lo decida il lettore.

«Episodi isolati», ha fatto sapere il sindaco di Parma. Certo quei vigili non devono aver dato il buon esempio se, dieci giorni dopo la notizia del pestaggio, Boakye Danquah, 35 anni, anche lui ghanese, è stato aggredito su un bus da due albanesi che si sono sentiti molto bianchi e molto autorizzati a farlo sloggiare dal sedile che occupava nel bus, mandandolo all’ospedale. Razzismi di seconda mano, matrioske dell’intolleranza, come quello dei due romeni che, a Ragusa, lo scorso 24 ottobre, hanno aggredito un somalo, al grido di «sei un nero» regalandogli una prognosi riservata e regalandosi un’accusa di tentato omicidio, aggravato dall’istigazione razziale.

Una sorta di reazione a catena, il più debole – oggi, il nero – a soggiacere: una rivalsa-parificata per l’intolleranza e le aggressioni che anche a romeni e albanesi tocca subire. Pure da morti. «Bruciate ancora rumeni di merda», hanno scritto il 2 ottobre su un muro di Sesto San Giovanni, accanto al luogo dove, pochi giorni prima, un ragazzino romeno era morto a causa di un incendio.

Romeni e albanesi sono, nel sondaggio Ispos-Magazine, i meno sopportati tra gli immigrati. I reati odiosi di cui alcuni connazionali si sono macchiati hanno fatto spesso terra bruciata nei giudizi sulle due comunità, specie quella romena (la più numerosa oggi in Italia, con quasi 500mila presenze), che ha ereditato anche il ruolo di capro espiatorio: se ai tempi del delitto di Erika&Omar a Novi Ligure all’inizio fu caccia all’albanese, oggi la parte tocca al romeno, come accaduto il 2 novembre a Bolzano, quando un ragazzo di 16 anni, che aveva rotto una porta-finestra, non ha trovato di meglio, per giustificarsi, che simulare una rapina ad opera di due romeni, rimediando una denuncia alla procura dei minori. Ed è romena Ana Demian, 21 anni, studentessa di economia che, a Cagliari per il progetto Erasmus, s’è vista rifiutare una camera per via della sua carta d’identità, nonostante lo spot «Piacere di conoscerti» che il governo romeno manda in onda sulle reti televisive italiane. Ed è albanese Stefano M, 19 anni, in coma, a Genova, per le sprangate ricevute da un tizio di Cogoleto che frequentava il suo stesso oratorio e che da tempo lo minacciava: «Sporco albanese, prima o poi ti ammazzo ». Fino a quando non ci ha provato, sfondandogli il cranio, nonostante i carabinieri fossero già stati messi sull’avviso, per via delle continue provocazioni razziste. È accaduto a metà ottobre, a un mese di distanza dall’omicidio, a Milano, di Abdul Guibre detto Abba, cittadino italiano originario del Burkina Fasu, sospettato dai gestori di un bar, padre e figlio, di aver preso dei biscotti dal banco e sprangato a morte. E dalla strage di Castelvolturno, sei neri ammazzati dalla camorra, per dare un segnale, subito raccolto dalle scritte razziste apparse sui muri di Roma: «Minime in Italia: Milano -1, Castelvolturno -6». La temperatura dell’odio.

Ma poi, episodio davvero isolato, quello degli agenti municipali di Parma? Mica vero se lo scorso 25 settembre, quattro vigili urbani di Milano sono stati condannati (pene tra i 3 anni e gli 8 mesi) per aver fermato senza motivo una donna ucraina, averla denunciata come ambulante, insultata e presa a schiaffi, fabbricando persino prove a suo carico e falsificando i verbali. E il senegalese Diop Moussa ammanettato e scaraventato a terra il 9 ottobre davanti agli occhi del figlio (e dei suoi compagni) che aveva appena accompagnato a scuola per un diverbio con i vigili sul parcheggio dell’auto? Sì, sempre a Milano, dove un lavavetri romeno, il giorno seguente, ha accusato un agente municipale di averlo picchiato, davanti a 4 testimoni. Reazioni? «Andiamoci cauti, niente caccia alle streghe».

Allora lasciamo le strade e saliamo su un bus. Per esempio su quello che va da Bergamo a Seriate, dove due studentesse raccontano a L’Eco di Bergamo ciò a cui hanno assistito: quando una donna ha dichiarato di non trovare più il cellulare, il controllore si è avvicinato a un romeno, decidendo che fosse lui il ladro, facendogli togliere il giubbino, poi il resto fino a intimargli di levarsi le mutande. Niente, del telefonino nessuna traccia, ma il controllore non s’è fermato: ha tolto 70 euro dal portafoglio dell’uomo e li ha dati alla donna come indennizzo, gridando dietro al romeno, durante il prelievo: «Metti le mani qui che ti spacco le dita e ti mando all’ospedale».

Certo, c’è anche il bus di Ozzano dell’Emilia, nel Bolognese, dove è stato denunciato un autista che ha fatto inginocchiare sullo scuola-bus un bambino marocchino di 11 anni «perché non stava buono». E poi c’è la storia di Varese, sempre in ottobre, che fa tornare alla mente Rosa Parks e quell’autobus di 50 anni fa, a Montgomery, Alabama, visto che ad Anna, 15enne di origini maghrebine, i compagni di viaggio, studenti lombardi, prima hanno detto «marocchina di merda» e poi l’hanno obbligata a cedere il posto «non suo, perché non italiana». A suon di botte: per Anna occhi pesti, collare cervicale e naso rotto.

E la politica? Non resta a guardare: ribolle di indignazione o soffia sul fuoco. Specie se in campagna elettorale. Finendo, a volte, per scottarsi. Come a Trento, dove la Lega ha coperto la città di manifesti con lo slogan: «Dellai ha rovinato le piazze, noi le ripuliamo». Nell’immagine immigrati e poliziotti nei giardini di piazza Dante. Senonché i due tizi ritratti sul manifesto, cittadini polacchi incensurati, non hanno gradito la scelta di passare per delinquenti e nonostante l’onorevole leghista Fugatti abbia spiegato che era solo un messaggio «perché i giardini devono essere trentini », i due hanno denunciato per diffamazione il suo partito. Anche se, proprio in Trentino, ci sono nuovi esempi di integrazione come racconta l’ingresso dei bambini marocchini nella Sat, lo storico sodalizio dell’alpinismo. Eppure di questi tempi è come se i mille esempi di convivenza, che hanno fatto l’Italia degli ultimi anni, fossero messi in mora da quest’aria che tira e che libera folate di rabbia pure sulla storia, a suo modo esemplare, di Gabriel Bogdan Ionescu, il giovane pirata informatico romeno, condannato in primavera a 3 anni e un mese dal Tribunale di Milano per i suoi traffici di hacker bancario e ora primo classificato al test di ingresso alla facoltà di Ingegneria Informatica del Politecnico di Milano. Come se il genio (matematico, nel caso) dovesse fare la fila e chiedere permesso (magari di soggiorno) per trovare lavoro.

Pregiudizio. Ostilità. E violenza. Il catalogo dell’ultimo mese non è finito ed è davvero impressionante: a Figline, in Toscana, sono stati condannati, con l’aggravante del razzismo, due giovani italiani che hanno sprangato due operai kosovari; poi ci sono stati i raid di Roma: uno contro un ragazzo cinese, uno contro tre immigrati di origine egiziana; e quello di Castronno, in provincia di Varese, dove un naziskin ha picchiato dei dominicani. «Sporco marocchino vai a cucinare a casa tua», pronunciato da standisti del Salone del Gusto, ha innescato una rissa a Torino, dove venti giorni prima, il 9 ottobre, è stata rinviata a giudizio la donna che ha insultato una donna, sempre di origini marocchine, a colpi di «Hitler aveva ragione». E «sporco negro» per Assuncao Benvindo Muteba, 24 anni studente angolano, massacrato di botte a Genova, mentre più fantasia ha mostrato quella maestra elementare di Milano che alla mamma di un bambino di colore, da lei adottato, ha urlato: «Signora, riporti suo figlio nella giungla».

Variante infantile dell’invito «torna in Africa a mangiare le banane» pronunciato l’11 ottobre da un giocatore del Novendrate, campionato provinciale comasco, all’avversario Cheikh Cissé e, il 19 ottobre, da un arbitro di basket pavese nei confronti di un giocatore della Bopers Casteggio, durante un incontro di serie D. Perché lo sport non resta mai indietro e anzi, su certi temi - le curve insegnano - detta persino la linea. E accade così che il cerchio, sui razzismi di casa nostra, si chiuda in un campo da calcio, molti chilometri più a sud, due domeniche fa. E nel nome del nuovo presidente Usa - che ha fatto pure da incipit a questo viaggio - citato dalla rabbia di chi, e sono tanti, a casa nostra è rimasto spiazzato dall’esito dell’elezione americana, visto che a Mahamadou Sakho, portiere senegalese del Sogliano, campionato d’Eccellenza pugliese, hanno gridato dietro, sì , «sporco negro», ma aggiungendo all’insulto «fratello di Obama». A imperitura difesa della pura razza italiana.

fonte: Il Corriere della Sera

1 commenti:

LUIGI ROTUNNO. LA TORRE RESORT. PORTO SEGURO. QUERIDO BRASIUUU. ha detto...

SEMPRE SBORRATISSIMO IN CULO: RICCARDO BARRAI NATO A MILANO IL 26.11.1996! FA ORGE OMOSESSUALI DENTRO L'UNIVERSITY OF READING!

https://uk.linkedin.com/in/riccardo-barrai-46840512b

RICCARDO BARRAI E' UN FEMMINONE! E' UN DEPRAVATISSIMO OMOSESSUALE, COME DETTO, NATO A MILANO IL 26.11.1996. D'ALTRONDE...FIN DALLA NASCITA VENNE SODOMIZZATO DAL PADRE PEDOFILO PAOLO BARRAI! UN BASTARDISSIMO CRIMINALE!

http://jenkins-ci.361315.n4.nabble.com/PRENDE-CAZZI-IN-CULO-RICCARDO-BARRAI-ALL-UNIVERSITY-OF-READING-RICCARDO-BARRAI-E-UN-PERVERSO-OMOSESS-td4896813.html

A PROPOSITO DEL CRIMINALISSIMO QUALE... 

E' DAVVERO DA ARRESTARE SUBITO ( PRIMA CHE FACCIA AMMAZZARE ANCORA), IL TERRORISTA NAZISTA ED ASSASSINO, PAOLO BARRAI, NATO A MILANO IL 28.6.1965. NONCHE' MEGA RICICLA SOLDI MAFIOSI E POLITI-C-RIMINALI, OSSIA FRUTTO DI MEGA RUBERIE E MEGA MAZZETTE, RICEVUTE DA LEGA LADRONA E STRAGISTA SPAPPOLA MAGISTRATI, NONCHE', TANTO QUANTO, NAZIFASCISTA DITTATORE E PEDOFILO: SILVIO BERLUSCONI! DICEVO, E' DAVVERO DA ARRESTARE UNA QUARTA VOLTA, E SUBITO, IL TERRORISTA NAZISTA ED ASSASSINO, PAOLO BARRAI. NON PER NIENTE, GIA' STATO IN GALERA 3 VOLTE. OPINIONI TUTTE TERRIFICANTI SU DI LUI! MEGA TRUFFATORE E MEGA RICICLA CASH ASSASSINO VIA CRIMINALISSIMA BLOCKCHAIN INVEST, OLTRE CHE VIA NALISSIMA WORLD MAN OPPORTUNITIES LUGANO, CRIMINALISSIMA WMO SA PANAMA E CRIMINALISSIMA BSI ITALIA SRL DI VIA SOCRATE 26 MILANO! NOTO PEDOFIL-O-MOSESSUALE SODOMIZZA BAMBINI! CACCIATO DA CITIBANK A SBERLE, PER MEGA FRODI CHE LI FACEVA! SBAGLIA SEMPRE IN BORSA! AZZERA I RISPARMI DI CENTINAIA DI PERSONE! FALSO&LADRO&TRUFFATORE! DIFFAMA SUL WEB A FINI NAZIRAZZISTI! FONDATORE DEI NUOVI MEGASSASSINI TERRORISTI DI ESTREMISSIMA DESTRA: "NUOVI NAR"! FONDATORE DEL, PROSSIMAMENTE, DI FREQUENTE, OMICIDA: KU KLUK KLAN PADANO! CONDANNATO AL CARCERE A MILANO ED IN BRASILE ( 8 ANNI E PURE PER PEDERASTIA OMOSESSUALE, RIPETO, PURE PER PEDERASTIA OMOSESSUALE)! MULTATO DA CONSOB 70.000 €! DESTABILIZZA L'ITALIA PER FILO NAZISTI SERVIZI SEGRETI SVIZZERI ( ITALIA, DICEVAMO, DA 30 ANNI, GIUSTISSIMAMENTE, NAZIONE SCHIFATA IN TUTTO IL MONDO, IN QUANTO FASCIOMAFIOSA DITTATURA DI BERLUSCONIA.. NON PER NIENTE, TUTTE LE PIU' GRANDI INDUSTRIE, IN ITALIA DA SECOLI, DALLA TIRANNIASSASSINA DI BERLUSCONIA SON SCAPPATE, VEDI FIAT, PIRELLI, LUXOTTICA, MERLONI E MIGLIAIA E MIGLIAIA DI ALTRE... E CHE SIA CHIARO, PLS, CHE IDDIO BENEDICA I GRANDI PM CHE NON SOPPORTANTO IL CANCRO DEL MONDO INTERO, SILVIO BERLUSCONI, COME HENRY WOODCOCK, ILDA BOCASSINI E CHIUNQUE ALTRO DI QUESTA AMMIREVOLISSIMA CATEGORIA)! FA CRIMINI SU CRIMINI E NAZI-ST-ALKING, SU INTERNET, SU ORDINE DEI PUZZONI CRIMINALISSIM SILVIO BERLUSCONI, PAOLO BERLUSCONI ED UBALDO LIVOLSI DI FININVEST ( CHE DA ANNI FANNO GLI ADOLPH HITLER MISTI AD AL CAPONE, DEL WEB, ANCHE, MA DI CERTO, NON SOLO, CON QUEL VERME SCHIFOSAMENTE TERRORISTA DI GIULIO OCCHIONERO). INNEGGIANTE ALLO SPAPPOLAMENTO DI MAGISTRATI SCOMODI "COME BERLUSCONI GRANDISSIMAMENTE FECE CON FALCONE E BORSELLINO"! PAROLE SUE, DETTE SPESSISSIMO! ORGANIZZANTE OMICIDIO DI DAVID ROSSI DI MONTE PASCHI!
Ho tantissimo da scrivere sul gia' 3 volte finito in galera, accertatissimo pedofilo omosessuale, ladro, truffatore, sempre falso, nazi-st-alker, mandante di omicidi (come quando fece ammazzare David Rossi di Monte Paschi, ma ne scrivero' in dettagli molto presto), mega ricicla soldi mafiosi e/o politico-criminali (piu' tanto di orrido altro), arrestato gia' 3 volte, Paolo Barrai, nato a Milano il 28.6.1965 e gia' residente a Milano in Via Ippodromo 105! Come presto meglio sottolineeremo, multato dalla Consob ben 70.000 euro!
http://www.consob.it/main/documenti/hide/afflittivi/pec/mercati/2013/d18579.htm
VI SONO TONNELLATE DI ALTRE COSE DA DIRE SU QUANTO SIA BASTARDO EFFERATO CRIMINALE E PEDOFILO PAOLO BARRAI. TROVATE UNA PARTE ( CHE PRESTO AMPLIEREMO ALL'INFINITO), QUI:
https://es-la.facebook.com/public/Truffati-Da-Paolo-Barrai